E’ riportato anche col titolo: Suite Accademica. Per orchestra d'archi “a tre” classica, con l’aggiunta di due pianoforti: ottavino, 2 fl., 2 ob., cor. ingl., 2 cl., cl. bas., 2 fag., ctfag., 3 cor., 3 tr., 3 trb., timp., batt., xil., arpa, archi. (1948- data apposta a fine partitura: 14 marzo 1950)
1. Introduzione 2.Notturno 3. Aria 4. Toccata 5. Musica leggera 6. Cadenza 7. Schlüssenchor.
"Successione di momenti che sembrano più tradizionali, sia armonicamente sia per la concezione formale, con altri armonicamente più indeterminati, una commistione tra accordi con opposte tendenze, stravinskismi. Si percepisce anche l’influenza del jazz contemporaneo, Nel 5° tempo “Musica leggera. Allegretto” gli elementi leggeri sono: una certa quadratura nella costruzione melodica, l’inserimento di basi ritmiche semplici e ripetitive, le citazioni degli schemi importati da poco come il boogie-woogie, e le insistenze sui tempi deboli. Ciò che rende frizzante e pungente l’insieme è la verve nell’armonizzazione, non convenzionale, irta di asprezze e di squilibri sia per la comprensione del percorso tonale sia per gli accostamenti tra i singoli accordi. Un pezzo di lucida follia creativa che musicalmente potrebbe essere uno Scherzo. " (da M. Peretti, 2007)
Esiste la versione per pianoforte solo.