Per organo. Scritto per il Maestro Luigi Celeghin, unisce l’antico canto goliardico a un controcanto burlescamente ispirato al cognome dell’amico concertista, e su questo impianto si imposta la stesura del pezzo in modo tradizionale (come da richieste).
“Il Gaudeamuscorale è un esempio di musica scritta all’insegna dell’ironia, una sorta di momento liberatorio, di puro sentimento ludico e antiretorico. E’ infatti per puro gioco che egli trasforma l’antico inno goliardico “gaudeamus igitur” in un corale la cui cifra espressiva si colloca tra il serio e il faceto: la melodia del “gaudeamus igitur” è contornata da un lato da queruli, ammiccanti e brevissimi incisi che, soli, avevano dato inizio al brano connotandone subito il carattere ilare e giocoso, e da una sequenza continua ed isoritmica in suoni staccati dall’altro. (…) La predilezione per la asciutta scrittura strawinskiana, pur nell’originalità delle scelte degli incontri di parti, si manifesta soprattutto nelle ultime battute, quasi una sigla che ricorda le sovrapposizioni armoniche tipiche del periodo neoclassico dell’autore russo.
Vorrei far ascoltare questo pezzo come esempio di “giocondità” musicale, sperando che chi per avventura non lo conoscesse provasse il desiderio di suonarlo.” Biancamaria Furgeri, Seminario “ Espressioni organistiche del ‘900 italiano” del 23 ottobre 2004 a Lucca.
Prima esecuzione: Freiburg i. B. 1974