Commento personale di Wolfango Dalla Vecchia, su se stesso
"Cari amici,
in questi casi si cerca un musicologo che presenti autorevolmente e onorevolmente il compositore e le sue opere. Ma proprio pensando di trovarmi tra amici, questa volta ho deciso di presentarmi da me!
C’è per voi il rischio ch’io non sia assolutamente obbiettivo, ma potete certamente contare sulla mia sincerità.
L’irreversibile, anche se spesso non confessato, interrogativo di fondo di fronte ad un autorecontemporaneo e alle sue opere, è se e quanto queste valgano, quale ne sia il livello, e se dureranno. Ed è un interrogativo al quale tutti, tranne l’interessato, possono non rispondere.
Cosa penso dunque di me stesso?
Posso dire anzitutto che non mi interessa il confronto con i contemporanei; mi ha sempre interessato quello coi musicisti storici, di fronte ai quali mi sento un “minore”, non proprio uno da buttar via.
Cercando una qualificazione più precisa, direi che sono un uomo che ama il presente, senza sentire il bisogno di odiare il passato: detesto tutto ciò che si picca di nascere dal nulla; e un’arte déracinée dal passato mi sembra una signora che, desiderando ammodernare la propria casa, si crede obbligata a buttare dalla finestra i mobili antichi.
Inevitabile pertanto ch’io, pensando così, finisca per essere classificato un eclettico, e come tale guardato con sospetto dagli addetti ai lavori, e rigorosamente bandito dai festival di musica contemporanea.
Sotto un’altra angolatura poi, nel mondo professionale, gli organisti mi considerano, ahimè, “un compositore che anche suona”, e i compositori “un organista che anche scrive”.
Ma tutto ciò non mi rattrista più di tanto, perché la libertà con cui faccio musica fa piacere a me stesso, e quasi sempre anche agli altri; e l’opera d’arte volutamente incomprensibile ai più esula dalle mie ambizioni."
W.D.V. , dal programma di sala del concerto del 25 gennaio 1990, a Vicenza;