Pezzo per pianoforte.
"In questo pezzo, particolarmente, la tradizione musicale con frammenti penetranti di un “Cantus” porta luce al cromatismo e alle continue sovra-posizioni tonali. (omissis) In questa composizione la capacità espressiva dell’autore è presente in forme musicali tradizionali, le quali, nel pianoforte ma principalmente nell’organo, determinano contrapposizione fra libertà e rigore." (Francesco Andreatta, 1996)
Prima esecuzione: Aquila, 1955