Pezzo per violino.
“Quando razionalità e intuizione riescono a interagire senza urtarsi nascono pezzi come questo. La scienza sta nel saper dosare il peso che la singola nota aggiunge all’insieme in modo che il suo intervento determini uno sposta-mento di baricentro dell’attenzione. Qui ci sono alcune note − la, re, do, sol, re, la − che in questa sequenza assumono il compito di sostenere tutte le altre. Non vi sono attrazioni di tipo tonale né modulazioni tra loro ma semplicemente esse vengono spinte, compresse dalle altre note fino a esaurire la loro capacità e così devono lasciare il posto. Queste “spinte” consistono in frammenti di scale, oppure in cellule ritmiche imitate, oppure anche in semplici note-satellite che ruotando annunciano e preparano l’arrivo della nota successiva. L’intuizione sta nel non far apparire questa logica, nascondendola in un breve pezzo introduttivo dal sapore vagamente pastorale. (È datata agosto 1988).” (da M. Peretti, 2007)
È dedicata al figlio Giovanni che fu il primo esecutore all’Auditorium “Pollini” di Padova nel 1988.